Storia e Politica 2/2024

Storia e Politica

rivista quadrimestrale: XVI, n.2 maggio-agosto 2024

EISSN online : 2037-0520
 
 
 

Ricerche/Articles

Sonia Scognamiglio

Università degli Studi di Salerno – ORCID: 0000-0003-1310

Francesco Di Donato

Università degli Studi di Napoli Federico II – ORCID: 0000-0002-3237-6518

DOI: 10.69087/STORIAEPOLITICA.XVI.2.2024.01

ISTITUZIONI, STATO, COSTITUZIONE, GIUSTIZIA. ORIGINI ETIMOLOGICHE E SVILUPPO CONCETTUALI*

Parole chiave: Stato e storia costituzionale, etimologia e storia della linguistica, cultura istituzionale europea, genesi delle democrazie occidentali

Questo lavoro di ricerca inedito e originale propone un percorso interdisciplinare per comprendere le origini etimologiche, mitologiche e storiche delle parole che sono alla base del lessico della civiltà statale: Istituzione, Stato, Costituzione, Giustizia. La radice verbale ‘st’ costituisce dunque il fulcro dell’indagine che attraversa le lingue del sanscrito, del greco e del latino, collegando la più antica cultura indoeuropea alla genesi delle parole che costituiscono la base delle democrazie occidentali. Il gruppo semantico Istituzione, Stato, Costituzione, Giustizia deriva dalla radice sanscrita s+dh. La radice ‘s’ indicava una relazione stretta, mentre il gruppo ‘dh’ significava: portare il fuoco sacro sulla terra. Indicava il processo embrionale di secolarizzazione delle comunità umane che cominciava a trasformare le leggi divine in leggi umane: portare il fuoco sacro tra gli uomini per regolare i rapporti e le interazioni umane. In questa origine sanscrita, passata poi alla cultura greco-latina, si individua anche il concetto di ‘stabilità’. L’idea di stabilità è il fondamento delle istituzioni e risponde al bisogno umano di sicurezza. Il fuoco sacro, inoltre, rappresenta un’importante metafora simbolico-mitologica per comprendere le politiche di rappresentazione visiva del potere politico, dall’antichità ai giorni nostri.

(Institutions, state, constitution, justice. Etymo-logical origins and conceptual development)

Keywords: State and Constitutional history, etimology and history of languages, european institutional culture, genesis of Western democracy.

This unpublished and original research work proposes an interdisciplinary path to understand the etymological, mythological and historical origins of the words that are the basis of the lexicon of State civilization: Institution, State, Constitution, Justice. The verbal root ‘st’ therefore constitutes the fulcrum of the investigation that crosses the languages ​​of Sanskrit, Greek and Latin, connecting the most ancient Indo-European culture to the genesis of the words that constitute the basis of Western democracies. The semantic group Institution, State, Constitution, Justice derives from the Sanskrit root s+dh. The root ‘s’ indicated a close relationship, while the group ‘dh’ meant: bringing the sacred fire to the earth. It indicated the embryonic process of secularization of human communities that began to transform divine laws into human laws: bringing the sacred fire among men to regulate human relationships and interactions. In this Sanskrit origin, which then passed to Greek-Latin culture, the concept of ‘stability’ is also identified. The idea of stability is the foundation of institutions and which responds to the human need for security. Furthermore, the sacred fire represents an important symbolic-mythological metaphor for understanding the policies of visual representation of political power, from ancient times to the present day.

Anna Di Bello

Università Suor Orsola Benincasa – Napoli ORCID: 0000-0003-3513-4001

DOI: 10.69087/STORIAEPOLITICA.XVI.2.2024.02

« «DONNER LA LOI A TOUS EN GENERAL ET A CHACUN EN PARTICULIER…»: SOVRANITÀ E POTERE LEGISLATIVO IN JEAN BODIN

Parole chiave: Assolutismo, sovranità, legge, Bodin, Six livres de la République

Soffermandosi, attraverso un’analisi filologica del testo, sulle implicazioni di quella che Bodin identifica come la più alta prerogativa sovrana, ovvero il “fare e disfare” la legge, il saggio analizza come l’Angevino sia il primo a reinscrivere l’idea di autorità assoluta all’interno di un’organizzazione politica in cui l’autorità sovrana è l’unica titolare del potere legislativo e tutto dipende solo da essa. Un’idea che fa dell’opera del giurista francese il manifesto di una dottrina che tenta di allontanarsi il più possibile dall’organizzazione istituzionale pre-moderna, a favore di un assolutismo che è, di fatto, slegato da ogni altro vincolo giuridico e reale ma segnato da principi e criteri precisi che lo distinguono da una tirannia.

(«Donner la loi à tous en général et à chacun en particulier…»: sovereignty and legislative power in jean bodin)

Keywords: Absolutism, Sovereignty, Law, Bodin, Six livres de la République

By dwelling, through a close analysis of the text, on the implications of what Bodin identifies as the highest sovereign prerogative, namely the ‘making and unmaking’ of the law, this paper analyses how the Angevin is the first to reinscribe the idea of absolute authority within a political organisation where the sovereign authority is the sole holder of legislative power and everything depends on it alone. An idea that makes the French jurist’s work the manifesto of a doctrine that attempts to distance itself as much as possible from the pre-modern institutional organisation, in favour of an absolutism that is indeed untied from any other institutional and real constraints, but is marked by principles and precise criteria that distinguish it from a tyranny.

Gabriele Carletti

Università di Teramo – ORCID: 0000-0001-5005-4064

DOI: 10.69087/STORIAEPOLITICA.XVI.2.2024.03

ROSMINI E LA RIVOLUZIONE FRANCESE

Parole chiave: Rosmini, Rivoluzione francese, socialismo, comunismo

L’interesse per la Rivoluzione francese è costante nella riflessione di Rosmini. Il suo giudizio non sembra subire sostanziali variazioni nel corso degli anni, dalle opere giovanili fino a quelle della maturità. Verso la Rivoluzione il Roveretano esprime una ferma condanna per il carattere astratto dei suoi principi e ne denuncia l’assoluta e totale inutilità. Al filosofo cattolico preme soprattutto stabilire una correlazione tra la Rivoluzione francese e la realtà storica del suo tempo, un rapporto di continuità tra le dottrine che avevano ispirato l’evento rivoluzionario del 1789 e alcune dottrine maturate successivamente, tra cui quelle più sovversive dei socialisti e dei comunisti.

(ROSMINI AND THE FRENCH REVOLUTION)

Keywords: Rosmini, French Revolution, socialism, communism.

The interest in the French Revolution is constant in Rosmini՚s reflections. His judgement does not vary much over the years, from his younger works to his more mature ones. Regarding the Revolution, Rosmini strongly condemned the abstract nature of its principles and exposed its absolute and total uselessness. His priority was to establish a relationship between the French Revolution and the historical reality of his time. Rosmini portrays a relationship of continuity between the doctrine that had inspired the revolutionary events of 1789 and the political doctrines developed later, including the most subversive ones of socialists and communists.

Anna Rita Gabellone

Università del Salento – ORCID: 0000-0001-9108-9087

DOI: 10.69087/STORIAEPOLITICA.XVI.2.2024.04

GEORGE BERNARD SHAW E IL COLONIALISMO ITALIANO: GLI INTELLETTUALI E LE RETI TRANSNAZIONALI DELL’ANTIMPERIALISMO

 Parole chiave: George Bernard Shaw, Transimperialismo, Colonialismo, Fascismo

L’articolo analizza le posizioni assunte dal drammaturgo irlandese George Bernard Shaw di fronte alla Guerra d’Etiopia. L’obiettivo di questo lavoro è quello di chiarire le ragioni che hanno influenzato il cambio di opinione del drammaturgo socialista britannico, che inizialmente ha sostenuto una posizione pacifista-cosmopolita e poi ha appoggiato il processo di colonizzazione europeo portato avanti dal fascismo. Per fare ciò, è stato utile analizzare la corrispondenza inedita esistente tra Shaw e i “fuoriusciti” italiani e alcuni rappresentanti della sinistra laburista britannica. Analizzando questi documenti, si può constatare come Shaw ha creduto in un progetto politico basato sulla “Democrazia dei Grandi Uomini” che hanno preferito l’ordine alla libertà.

(George Bernard Shaw and Italian colonialism: the intellectuals and transNational networks of anti-imperialism)

Keywords: George Bernard Shaw, Transimperialism, Colonialism, Fascism

The article analyses the positions taken by Shaw in the face of the Ethiopian war. The objective is to clarify the reasons that influenced the change of opinion of the British socialist playwright, who initially supported a pacifist-cosmopolitan position, then supported the colonial ambitions of fascism. To do this, we will resort to the correspondence between Shaw and some Italian “escapees” and, again, some representatives of the British left. Analysing these documents, Shaw’s political project on the need to establish the “Democracy of Great Men” is clearly evident.

Maria Teresa Antonia Morelli

Università Link – Roma – ORCID: 0000-0002-3484-3319

DOI: 10.69087/STORIAEPOLITICA.XVI.2.2024.05

ROBERTO BRACCO: DAL TEATRO AL PARLAMENTO, LA SVOLTA DEL 1924

Parole chiave: Teatro, fascismo, antifascismo, democrazia, liberalismo

Roberto Bracco drammaturgo, giornalista, novelliere, autore di canzoni e soggetti cinematografici. Fino ai primi anni Venti è l’autore italiano più rappresentato nei teatri d’Italia e all’estero. Questo studio si impernia intorno alla svolta del 1924 quando Bracco decide di candidarsi nella lista dell’Opposizione Costituzionale dell’amico Giovanni Amendola dove risulta eletto alla Camera, per la XXVII legislatura, posizionandosi al secondo posto dopo il leader del suo partito. Da quel momento subisce un forte ostracismo, il regime si oppone anche alla sua candidatura al Premio Nobel per la letteratura, avanzata da importanti istituti di cultura stranieri. Ma Bracco non si piegherà mai al compromesso mantenendo, per tutta la vita, la sua autonomia culturale, espressione dei principi del liberalismo e della democrazia.

(ROBERTO BRACCO: FROM THE THEATER TO PARLIAMENT, THE TURNING POINT OF 1924)

Keywords: Theater, Fascism, Anti-fascism, Democracy, Liberalism

Roberto Bracco playwright, journalist, short stories writer, author of songs and film subjects. Until the early twenties he was the most represented Italian author in theaters in Italy and abroad. This study focuses on the turning point of 1924, when Bracco decided to run on the list of the Constitutional Opposition of his friend Giovanni Amendola where he was elected to the Chamber for the XXVII legislature, positioning himself in second place after the leader of his party. From that moment he suffered strong ostracism, the regime also opposed his candidacy for the Nobel Prize for literature, put forward by important foreign cultural institutes. But Bracco will never bend to compromise, maintaining, throughout his life, his cultural autonomy, an expression of the principles of liberalism and democracy.

Arianna Liuti

Università Roma Tre – ORCID: 0009-0005-5110-2132

DOI: 10.69087/STORIAEPOLITICA.XVI.2.2024.06

STATALISMO E BELLICISMO. UN BINOMIO INSCINDIBILE NELLE RIFLESSIONI DI ALBERT JAY NOCK E LUDWIG VON MISES ALLA LUCE DELLE DUE GUERRE MONDIALI

Parole chiave: Albert Jay Nock, Ludwig von Mises, guerra, stato, statalismo, bellicismo

Albert Jay Nock (1870?-1945) in The Myth of a Guilty Nation (1922), il primo esempio di revisionismo storiografico americano sulle cause della Grande Guerra, assolve la Germania dalle accuse di essere la sola responsabile del conflitto, addossandone la colpa agli accordi diplomatici degli Stati nazionalisti di primo Novecento, indici del loro imperialismo bellicista. Ne Il nostro nemico, lo Stato (1935), il testo fondativo del libertarianism americano, Nock approderà poi alla critica dello Stato in sé, che, essendo – a suo dire, sulla scia di Franz Oppenheimer – l’istituzione imposta da parte di un gruppo conquistatore al gruppo conquistato con il solo fine di sistematizzare il proprio dominio economico sul vinto, ha la guerra nei suoi geni. Così il libertarian Nock individua un legame imprescindibile tra statalismo e bellicismo, anticipando il neoliberale della Scuola austriaca Ludwig von Mises (1881-1973), autore de Lo Stato onnipotente. La nascita dello Stato totale e della guerra totale (1944). Qui Mises, rileggendo la Prima guerra mondiale, la guerra degli imperialismi, alla luce della Seconda, la guerra dei totalitarismi, considererà lo Stato e la guerra come due termini dello stesso inscindibile binomio statalismo-bellicismo, un binomio che farà da pietra miliare allo sviluppo del pensiero neoliberale e libertarian.

(STATISM AND WARMONGERING: AN INDIVISIBLE BINOMIAL IN ALBERT JAY NOCK AND LUDWIG VON MISES’ CONSIDERATIONS IN THE LIGHT OF THE TWO WORLD WARS)

Keywords: Albert Jay Nock, Ludwig von Mises, War, State, statism, warmongering.

This paper examines Albert Jay Nock and Ludwig von Mises’ considerations on statism and warmongering in the light of the two World Wars. Despite reaching different conclusions on Germany’s WWI responsibility, they share common non-interventionist and anti-statism positions. In The Myth of a Guilty Nation (1922) Nock firmly blames the USA’s military intervention and implicitly criticizes Wilsonian idealism. In Our Enemy, the State (1935) he claims that every State is born as a result of the violence applied against an enemy group, that is through war. In conclusion, Nock finds a strong bond between warmongering and statism, anticipating Mises’ concerns about the link between the “total State” and the “total war” expressed in Omnipotent Government : The Rise of the Total State and Total War (1944).

Roberto Franco Greco

Università del Salento – ORCID: 0009-0004-5817-8888

DOI: 10.69087/STORIAEPOLITICA.XVI.2.2024.07

IL MOVIMENTO DELLE LOTTE PER LA TERRA E I “DECRETI GULLO” (1943-1951)

Parole chiave: Movimento delle lotte per la terra; “Decreti Gullo”; Riforma agraria; Questione agraria meridionale; Socializzazione della proprietà terriera privata.

Il contributo è dedicato all’analisi del movimento delle “lotte per la terra”, che conobbe nuovo vigore nel Mezzogiorno d’Italia dopo la caduta del fascismo, quando migliaia di braccianti occuparono i latifondi lasciati incolti dai ceti possidenti chiedendone l’assegnazione. Le proteste condussero all’adozione dei “decreti Gullo”, i quali aprirono la strada ad una serie di altri provvedimenti che hanno trovato il loro punto di massima convergenza nell’art. 44 della Costituzione italiana. Muovendo dalle cause della questione agraria meridionale, l’articolo ripercorre le fasi preparatorie della protesta, indaga le implicazioni politico-istituzionali delle sue principali tappe e pone in relazione tali eventi alle attuali forme di oppressione legate alla terra e alla nascita, in Italia e nel mondo, di nuovi movimenti contadini.

(THE LAND STRUGGLE MOVEMENT AND THE “GULLO DECREES” 1943-1951).

Keywords: The Land Struggle Movement, “Gullo Decrees”, Agrarian Reform, Southern Agrarian Question, Socialization of Agricultural Ownership.

The article focuses on the origins and developments of the “land struggle movement” in the Southern Italy, that knew a new wave of turmoil after the fall of Fascism, when thousands of farmers occupied the landowning classes’ uncultivated latifundia… The protests to ask a more equitable attribution and distribution eventually led to government decisions known as the “Gullo decrees”, which started a series of laws which found their point of maximum convergence in article 44 of the Italian Constitution. Starting from the causes of the southern agrarian question, the paper retraces the main steps of the protest and investigates its political implications, linking the events occurred after the end of the WWII with new slavery forms and the birth of new peasant movements that are now wide spreading in many areas of Italy and the world.

Filippo Benedetti Milincovich

Università Lumsa – ORCID: 0009-0006-5269-2397 

Gian Marco Sperelli

Università Lumsa – ORCID: 0009-0002-6624-6444

DOI: 10.69087/STORIAEPOLITICA.XVI.2.2024.08

RAPPRESENTANZA RIVOLUZIONARIA: RIVOLUZIONI E ISTITUZIONI POLITICHE IN IRAN E TURCHIA NEL XX SECOLO1

Parole chiave: Iran, Turchia, istituzioni rappresentative, parlamentarismo, rivoluzioni.

Scopo di questo testo è di analizzare, in una prospettiva comparata, la storia delle istituzioni rappresentative in Iran e in Turchia e il legame tra queste e i processi rivoluzionari su cui si sono innestati i rispettivi processi di State-building dei due Paesi. Se, da un lato, la rappresentanza politica fu, in entrambi i casi, geneticamente marcata da una dimensione rivoluzionaria, dall’altro le stesse istituzioni rappresentative gestirono questa dimensione, conducendo alla sua normalizzazione. Un complesso intreccio, dunque, tra Costituzioni, rivoluzioni e rappresentanza, letto attraverso la storia delle istituzioni politiche.

(REVOLUTIONARY REPRESENTATION: REVOLUTIONS AND POLITICAL INSTITUTIONS IN IRAN AND TURKEY IN THE 20TH CENTURY)

Keywords: Iran, Turkey, representative institutions, parliamentarism, revolutions.

The aim of this paper is to analyse the history of representative institutions in Iran and Turkey and their links with the revolutions laying behind the Nation-building processes of these two countries in a comparative perspective. By synthetically assessing these two experiences from the point of view of history of political institutions, it is possible to appreciate how the genesis of representative governments in Iran and in Turkey was shaped by revolutions, but also how political actors managed to normalize this revolutionary dimension from within representative institutions themselves.

Stefano Quirico

Università del Piemonte Orientale – ORCID: 0000-0002-7789-6760

DOI: 10.69087/STORIAEPOLITICA.XVI.2.2024.09

L’EUROSCETTICISMO DI SINISTRA NEL XXI SECOLO: IL DIBATTITO POLITICO-IDEALE TRA CRITICHE COSTRUTTIVE, DISTRUTTIVE E RICOSTRUTTIVE

Parole chiave: euroscetticismo, sovranismo, Unione Europea, democrazia, neoliberalismo.

L’euroscetticismo è diventato un concetto chiave all’inizio del XXI secolo, a seguito dei problemi emersi nel processo di integrazione europea. L’articolo esamina il pensiero politico dell’euroscetticismo di sinistra, soffermandosi in particolare su tre punti: in primo luogo, il dibattito euroscettico nel periodo compreso tra l’adozione del Trattato di Lisbona e la crisi finanziaria; in secondo luogo, la pubblicazione di saggi caratterizzati da un più elevato livello di sovranismo; in terzo luogo, l’influenza di queste idee su una serie di pensatori italiani. Nella parte finale, l’articolo enuclea tre differenti forme di euroscetticismo di sinistra: le proposte “costruttive” intese a riformare l’UE; l’approccio “distruttivo” degli intellettuali sovranisti; l’atteggiamento “ricostruttivo” dei filosofi radicali che rifiutano l’UE allo scopo di riedificare una nuova Europa.

(Left Euroscepticism in 21st Century: The Political and Ideal Debate among Constructive, Destructive and Reconstructive Criticisms).

Keywords: Euroscepticism; Sovereignism; European Union; Democracy; Neoliberalism.

Euroscepticism was a key concept at the beginning of the 21st century, as a consequences of the problems emerging in the process of European integration. This article examines the political thought of left Euroscepticism, by discussing three points: firstly, the Eurosceptic debate between the adoption of Lisbon Treaty and the financial crisis; secondly, the publication of essays characterized by a higher level of sovereignism; thirdly, the effects of these ideas on a series of Italian thinkers. In the final section, the article focuses on three different form of left Euroscepticism: the “constructive” proposals aimed at reforming EU; the “destructive” approach of the sovereignist intellectuals; the “reconstructive” attitude of radical philosophers refusing EU in order to rebuild a new Europe. 

Studi e interpretazioni/ Studies and interpretations

Leonardo Masone

Università degli Studi di Bari “Aldo Moro” – ORCID: 0009-0007-4792-1009

DOI: 10.69087/STORIAEPOLITICA.XVI.2.2024.10

THE COSTITUTIONAL VIEW OF FOSCOLO IN SCRITTI SULLE ISOLE IONIE

Keywords: Foscolo, Parga, Heptanese, constitutional theory, British Empire.

Among Ugo Foscolo’s numerous works, the political ones represent an object of investigation for which an interdisciplinary reading is necessary. This is particularly true for the Scritti sullo Stato politico delle isole Ionie, which anticipate by a few years Narrative of events illustrating the Fortunes ad cession of Parga, both of which have not been officially published, but which deliver to the contemporary reader the weight of the Venetian poet’s political reflections and activism with respect to the events that took place in his beloved home territories. The contribution is intended as a brief guide to the historical events that affected the western area of Greece through the annotations in the two texts, the first of which also testifies to a Foscolian constitutional theory with original elements drawn from ancient political thought.

LA RIFLESSIONE COSTITUZIONALE DI FOSCOLO NEGLI SCRITTI SULLE ISOLE IONIE

Parole chiave: Foscolo, Parga, Eptaneso, teoria costituzionale, Impero britannico.

Una lettura interdisciplinare delle opere di Ugo Foscolo dalla quale possa emergere la centralità dei temi politiche appare oggi quantomai necessaria. Ciò vale in particolar modo per gli Scritti sullo Stato politico delle isole Ionie, che anticipano di qualche anno le amare riflessioni riguardanti la cessione di Parga. Il pensiero maturo dell’esule italiano a Londra consegna allo studioso la sostanza del suo attivismo in relazione agli eventi accaduti nelle terre dove affondano le sue radici. Attraverso lo studio delle annotazioni presenti nei due testi citati, il presente contributo intende essere un’agile guida relativa alle vicende storiche che hanno interessato l’area occidentale della Grecia: il primo dei quali rappresenta anche una bozza per una più ampia teoria costituzionale foscoliana con elementi originali tratti dal pensiero politico antico.

 Markus Krienke

Faculty of Theology of Lugano – ORCID: 0000-0003-4599-2747

DOI: 10.69087/STORIAEPOLITICA.XVI.2.2024.11

«NIUNO HA DIRITTO DI FARE UN CATTIVO USO DEL PROPRIO DIRITTO»1 STUDI SUL LIBERALISMO DI ROSMINI

Parole chiave: Rosmini, Liberalismo, Società civile, Libertà e diritto, Libertà e religione

Questo saggio indaga la questione se la filosofia politica di Rosmini possa essere considerata liberale. Discute le posizioni sostenute a favore e contro, considera le motivazioni di coloro che ritengono che si debba parlare di un “liberalismo sui generis”, e si chiede se abbia ancora senso parlare di “cattolicesimo liberale”. Pur condividendo tutti gli elementi fondamentali del liberalismo, Rosmini si oppone alla sua sintesi con l’utilitarismo moderno e ritiene che il rapporto tra libertà e religione sia indispensabile per il liberalismo. Tale posizione sembra anacronistica nel XIX secolo ma rivela oggi un’inaspettata attualità che consente di affermare il suo pensiero politico come un liberale tout court che può essere specificato come “personalismo liberale”.

(«Niuno ha diritto di fare un cattivo uso del proprio diritto». Studies ON ROSMINI’S LIBERALISM) 

Keywords: Rosmini, Liberalism, Civil Society, Liberty and Right, Liberty and Religion

This essay investigates the question whether Rosmini’s political philosophy can be considered liberal. It discusses the positions held for and against, considers the motives of those who believe we should speak of a “liberalism sui generis”, and asks whether it still makes sense to speak of “liberal Catholicism”. While sharing all the fundamental elements of liberalism, Rosmini opposes its synthesis with modern utilitarianism and believes that the relationship between freedom and religion is indispensable for liberalism. Such a position seems anachronistic in the 19th century but reveals an unexpected topicality today that allows his political thought to be affirmed as a liberal tout court that can be specified as “liberal personalism”. 

Gabriella Portalone Gentile

Università di Palermo – ORCID: 0009-0002-7218-3865

DOI: 10.69087/STORIAEPOLITICA.XVI.2.2024.12

ENRICO LA LOGGIA: PENSIERO POLITICO E IMPEGNO PER L’AUTONOMIA REGIONALE

Parole chiave: socialismo, cooperative, regionalismo, autonomia, Sicilia

Questo studio si concentra sul pensiero politico ed economico di Enrico La Loggia, sulla sua visione personale del socialismo e sul ruolo da lui svolto nella genesi dell’Autonomia e dello Statuto siciliano. Particolare attenzione è data all’evoluzione delle sue posizioni politiche, dominate dal pragmatismo e dalle esigenze e peculiarità specifiche di ogni territorio e dei vari momenti storici.

(ENRICO LA LOGGIA: POLITICAL THOUGHT AND COMMITMENT TO REGIONAL AUTONOMY

Keywords: socialism, cooperatives, regionalism, autonomy, Sicily

This study focuses on the political and economic thought of Enrico La Loggia, on his personal vision of socialism, and on the role he played in the genesis of Sicilian Autonomy and Statute. Particular attention is given to the evolution of his political positions, dominated by pragmatism and by the specific needs and peculiarities of each territory and the various historical moments.

Keywords: socialism, cooperatives, regionalism, autonomy, Sicily 

Note e discussioni/Notes and Discussions 

Giuseppe Foglio

Università di Foggia – ORCID: 0009-0001-0380-7753

DOI: 10.69087/STORIAEPOLITICA.XVI.2.2024.13

IL DISAGIO DELLA RAPPRESENTANZA BREVI NOTE SUI PARADOSSI DELLA DEMOCRAZIA

Parole chiave: democrazia, paradossi, sfiducia, post-democrazia, rappresentanza

Il testo si occupa brevemente dell’importanza dell’approccio storico-politico al tema della crisi della democrazia rappresentativa, a partire da un testo recente di Franco Maria Di Sciullo. Tale metodologia consente di riportare correnti politiche quali la democrazia deliberativa, la postdemocrazia, o il populismo a due paradossi della democrazia. Il primo, che ha rafforzato la democrazia rappresentativa nel XX secolo, consiste nella coesistenza tra un convinto sostegno per la democrazia con un alto livello di sfiducia nell’operato dei governi. Il secondo, al contrario, contesta i limiti imposti dalle istituzioni democratiche alla volontà popolare e mira a governi privi di controllo. In tal modo, la sfiducia democratica ha lasciato il posto alla democrazia della sfiducia.

(THE REPRESENTATIVE MALAISE. SHORT NOTES ON DEMOCRATIC PARADOXES) 

Keywords: Democracy, Paradox, Distrust, Post-democracy, Representation

Starting from a recent text by Franco Maria Di Sciullo, the paper talks about the significance of the historical approach in the debate on the crisis of representative democracy. This methodology allows political currents such as deliberative democracy, post-democracy, and populism to be traced back to two paradoxes of democracy. The first one, which strengthened representative democracy in the twentieth century, is the coexistence of widespread and convinced support for democracy with a high level of distrust in the actions of governments. To the contrary, the second one points out the limitations placed on the people’s will by democratic institutions, and advocates for the search for governments without control. As a result, democratic distrust has given way to the democracy of distrust.

Cronache e notizie/Chronicles and news

Giovanni Scarpato

Università Federico II di Napoli – ORCID: 0000-0001-6238-9574 

Giovan Giuseppe Monti

Università Federico II di Napoli – ORCID: 0009-0002-6235-1183

DOI: 10.69087/STORIAEPOLITICA.XVI.2.2024.14

FASCISMO TOTALITARISMO (NAPOLI, UNIVERSITÀ FEDERICO II, 9-10 MAGGIO 2024)

FASCISM TOTALITARIANISM (NAPLES, FEDERICO II UNIVERSITY 9-10 MAY 2024)

Recensioni/Reviews

DOI: 10.69087/STORIAEPOLITICA.XVI.2.2024.15

Recensioni – Storia e Politica XVI n 2-2024.pdf