Descrizione
Laskaro è la poesia della “giusta” distanza. Non è equidistante, né giudicante anche quando transita nei giudizi. Valuta, né estranea né in disparte […]. La scrittura è irresistibile. Chiara, limpida, elegante, non disdegna la frivolezza dei dettagli, i toni severi, il sarcasmo, l’inarcarsi delle ciglia, costeggia gli invischiamenti, ma non vi appoggia il piede.
Dalla Prefazione di Sarantis Thanopulos
Poesie come dispense di suoni. Alimenti sonori ben ordinate di cui nutrirsi. Alimenti da guardare, combinare, da condire, da annusare, da scegliere. Alimenti che suonano la sveglia ai nostril sensi.
Dalla Postfazione di Francesco D’Errico
Il titolo, Laskaro, si rifa al nome dei Laskaris, con capostipite Teodoro, fratello di Costantino XI e fondatore dell’Impero di Nicea, edificato dai rifugiati greci dopo la caduta di Costantinopoli. Suo erede fu Giovanni Ducas Vatatze (marito della figlia, Irene Lascaris) cui seguì il figlio Teodoro II, fino a Giovanni IV (1258-1261), con il quale si estinse la discendenza imperiale.
Laskaro è anche lo pseudonimo che nel 1905 fu utilizzato dall’autore di Eliotropi, Napoli, Detken & Rocholl.
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