Descrizione
«Un figlio non eredita tutto ciò che costruisce il padre? Mio padre ha costruito ma non ha disposto. Io, quale suo legittimo figlio, sono suo legittimo erede: vi ho ereditati. Sarà un patrimonio di sentimenti cioè astratto: d’accordo. Impalpabile: giusto! Ma definibile. E per gli uomini di cuore, un patrimonio di sentimenti definibili deve diventare un patrimonio di cose… e un patrimonio di cose è trasferibilissimo!».
«Ad ogni modo vi prego di non parlarmi di diritto legale, bensì di diritto umano, sentimentale. O scendete sul mio terreno o vi faccio scendere io».
Il ‘diritto umano’ che Ludovico Ribera di Io, l’erede pretende, e farà valere con successo contro l’avvocato Amedeo Selciano, tra ‘uomini di cuore’, apre un mondo fatto di carte, patti e delitti che l’analitica eduardiana riprova essere il diritto che ha strutturato e tenuto il ‘comune’ della città. Non irenico o festante, dai mille aspri colori. Diritto alla sopravvivenza, nel Novecento, per la sopravvivenza. Attraversato e riscritto, ferito dalla Legge e dai suoi molti ambigui ‘ministri’ ed amici.
Giovanni Marino è stato professore ordinario di Filosofia del diritto nell’Università Federico II di Napoli. Ha tenuto, negli ultimi anni, corsi di Filosofia e Sociologia del diritto.