Il coinvolgimento degli enti privati nella valorizzazione e nella gestione dei beni culturali pubblici

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N. Pagine: 264
Collana: Ricerche IRPA – 2022
Anno di pubblicazione: 2022
Materia: Diritto amministrativo

 

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ISBN: 979-12-5976-434-8 COD: 979-12-5976-434-8 Categorie: , Tag:

Descrizione

La partecipazione dei soggetti privati all’esercizio della funzione di valorizzazione costituisce un tratto distintivo del sistema del patrimonio culturale. Nonostante la rilevanza riconosciuta a livello normativo alle forme di intervento privato, è sempre risultato arduo definire senza incertezze le modalità attraverso cui la partecipazione privata possa esplicarsi compiutamente. Una delle cause principali di tale difficoltà va individuata nella complessità del quadro disciplinare di riferimento, in cui si intrecciano regole diverse, anche in ragione della differente natura dei soggetti che possono essere coinvolti. Rivestono un ruolo significativo, a questo proposito, gli enti non-profit, la cui attività in questo settore si inscrive a pieno titolo nell’ambito dei fenomeni di sussidiarietà orizzontale.

La principale finalità della ricerca è dunque di ricostruire ruolo e funzioni dei soggetti privati nella valorizzazione e nella gestione del patrimonio culturale pubblico. L’analisi è articolata intorno a quattro nuclei fondamentali, corrispondenti ad altrettante ‘fasi’ del percorso di partenariato pubblico-privato, secondo una struttura che consenta di restituire una comprensione più completa possibile del fenomeno oggetto di indagine. È stata così esaminata, anzitutto, la fase di progettazione e programmazione degli interventi di valorizzazione. Sono stati analizzati gli istituti che consentono l’affidamento a privati della gestione di beni culturali pubblici e l’esercizio, da parte di questi ultimi, di attività di fruizione o valorizzazione. Ci si è concentrati, poi, sulle modalità di gestione di tali beni culturali, una volta che sia stato disposto l’affidamento. Sono stati oggetto di esame, infine, gli strumenti per l’ottenimento di risorse finanziarie, sia di origine privata che pubblica. Ciascuno di questi ambiti è stato sì indagato in relazione agli strumenti ed agli istituti applicabili, ma, proprio in ragione delle peculiarità che connotano il settore, i modelli teorici sono stati verificati nel loro atteggiarsi concreto, attraverso un’indagine empirica che ha riguardato una serie rilevante di vicende amministrative, concretizzatesi a vario titolo in forme di affidamento del patrimonio culturale.

L’analisi svolta nei contributi di cui si compone la ricerca pone in evidenza come, in questo settore, si registri una significativa permeabilità dei confini tra Stato e società, che dà luogo ad ibridazioni di tipo negoziale ed istituzionale. Sul piano disciplinare, le regole di diritto pubblico – che in alcuni casi si integrano con quelle civilistiche, secondo modalità di intensità variabile – non disegnano soluzioni univoche, offrendo piuttosto diverse alternative per l’esercizio della funzione di valorizzazione, che tuttavia in certi casi non appaiono definire compiutamente perimetro degli interventi e modalità di regolazione dei rapporti tra i soggetti in gioco, lasciando un margine di discrezionalità alle amministrazioni coinvolte, non sempre pienamente esercitato. Ne consegue, perciò, che per i pubblici poteri che amministrano il patrimonio culturale la sfida non è tanto quella di limitarsi ad un puro e semplice ‘arretramento’, a fronte del coinvolgimento dei privati, quanto piuttosto muovere, nella maniera più consapevole possibile, verso adeguati interventi di ri-articolazione, che assicurino il compiuto esercizio dei compiti di programmazione, di regolazione e di controllo, essenziali per il buon governo di fenomeni di partecipazione privata all’esercizio di funzioni amministrative.

Francesco Giovanni Albisinni, dottore di ricerca in Diritto amministrativo presso l’Università degli Studi Roma Tre, è titolare di un corso di insegnamento in Legislazione dei beni culturali presso l’Università degli Studi della Tuscia. Ha ricoperto pro tempore (2015-2016) l’incarico di Vice Capo dell’Ufficio legislativo del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. I suoi principali temi di ricerca sono il diritto del patrimonio culturale ed il diritto dei servizi pubblici.

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