Descrizione
L’errore che tanto ha ossessionato lo scrittore è solo un refuso, d’accordo: ma non è stato proprio Sciascia, sulla scia di Savinio, a mettere in evidenza la pregnanza involontaria ma innegabile di certi errori tipografici? E quanta verità c’è nelle formidabili «barricate di sessi» che – come si ricorda in una nota di Nero su nero – un titolo di giornale fece innalzare a Praga durante la repressione sovietica del 1968! Da questa storia di ossessioni, errori e incertezze, ricavo insomma una lezione: che l’errore – sempre, ma massimamente quando si ha a che fare con Sciascia – è fonte di conoscenza e che occorra prudenza e accortezza, una volta che lo sia riconosciuto o ipotizzato, nei modi dell’intervento, e che non sempre sia giusto e opportuno intervenire.
Paolo Squillacioti è dirigente di ricerca del Consiglio Nazionale delle Ricerche presso l’istituto Opera del Vocabolario Italiano di Firenze. Si è formato come filologo romanzo a Pisa, ma dal 1998 svolge prevalentemente l’attività lessicografica sull’italiano antico, intorno al Tesoro della Lingua Italiana delle Origini. Nel contempo si è occupato di letteratura italiana contemporanea, e in particolare di Tomasi di Lampedusa e Leonardo Sciascia, di cui ha curato un’edizione delle opere (Adelphi 2012-2019) e alcuni volumi di scritti dispersi. Tra le sue pubblicazioni recenti si segnala la curatela, condotta insieme con Mario Barenghi, delle lettere che si scambiarono Sciascia e Calvino L’illuminismo mio e tuo. Carteggio 1953-1985 (Mondadori 2023).
Fra gli autori più letti e affermati del Novecento italiano, Leonardo Sciascia è probabilmente quello su cui meno si era posato lo sguardo analitico dei filologi della letteratura italiana. La recente edizione delle opere promossa dall’Adelphi tra il 2012 e il 2019 ha modificato radicalmente quel quadro, consentendo di osservare l’officina dello scrittore siciliano e offrendo un assetto testuale rinnovato e corretto, talora in modo significativo, dei suoi scritti. I diciotto interventi qui raccolti si intrecciano in vario modo con quell’impresa editoriale, disegnando uno Sciascia in parte inedito e inatteso, ma solidamente uguale a se stesso.





