Descrizione
Senza valore raccoglie quindici saggi.
Senza valore ha un preciso filo conduttore: evidenziare quanto piatto possa essere leggere e scrivere sulle due sole dimensioni di un piano cartesiano. Accettato, rigettato. Magari solo un poco sanzionato o emendato. Oggettivo, comunque pre e post soggettivo. Validato. Peraltro in anonimato. Formalmente ineccepibile, garbato.
Senza valore è un caleidoscopio: una risposta ai vigenti sistemi di governo. Quelli che misurano scienza recente o millenaria conoscenza. Altre non sono impossibili a priori.
Senza valore tiene dentro la comunità accademica idee potenzialmente escluse. Il che – sovente – è fonte di valore aggiunto. Una carta da calare.
Perché ciò che è (o appare) senza affare può invece essere pregiato e inestimabile. Senza valore, appunto o anche, semplicemente wertlos.
Perché in queste pagine è possibile sfogliare senso, curiosità e prospettiva: dove il sapere conta, eccome. Ma non si conta o sconta.
Perché standardizzare e burocratizzare è spesso un disservizio. Onta. Una corsa a premi e punti. Avarizia o bulimia; no di certo buona economia.
Perché occorre una sana ecologia della ricerca: mezzi e fini in relazione, costruzione, “messa in atto” con sapienza. Sguardo lungo, largo e alto.
Se ne consiglia la lettura a chi nutra dubbi sull’ideologia del merito: per funzionare ha bisogno di piegare antiche qualità a un’epistemologia fatta a griglie, stelle, soglie, fasce e strisce.
Se ne sconsiglia la lettura a chi non abbia tempo e voglia di giocare. Esercizio terapeutico: rimbalzo empatico anziché antipatico tra autore e referee. Davvero pari. Non schiavi, non sovrani.
Recensioni:
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