Descrizione
Giancarlo Montedoro non vuole dire nulla di sé.
Pare si debba nel risvolto di copertina per cortesia verso il lettore.
Ed allora lettore sappi che il Tuo autore ama le ombre e tutto ciò che scorre.
Sente la gabbia della forma ma sa
della sua necessità.
Si illude che la radice del diritto possa tornare ad essere l’amore.
Come Calvino vorrebbe essere leggero
e attraversare plurimi universi.
Gli è accaduto di fare il giudice.
Il processo è un farsi attraversare.
Un lavoro che per ragioni profonde
ha molto a che fare con la lingua
e la poesia.
La sua povera poesia fortunatamente ha incontrato un editore-poeta.
Ecco allora le pagine che sognano
un mondo nel quale la cultura
è la cosa più importante.
E il diritto ci restituisce pace.
Ed i corpi negati sono in misterioso modo riscattati.
Questo è il suo sesto libro di versi.
Vento di autunno
Forse tu mi sai dire
Come soavemente
Avvenivano le cose.
Come camminavamo
Fra le rose.
E se ci penso ora
Quando sono solo
E sento al mattino
Qualcosa che si desta
Quando col fresco
Mi affaccio alla finestra
Vedo il filo esile
Che ci tiene tutti
Sento il vento d’autunno
E sono vento anch’io.