Descrizione
La pubblica amministrazione è considerata un problema. L’organizzazione complessa e scoordinata, i procedimenti barocchi, il personale impaurito e non adeguatamente qualificato sono d’ostacolo allo sviluppo economico. Ed è per questo che l’amministrazione italiana è da qualche decennio letteralmente tempestata da interventi normativi che ne vorrebbero correggere le disfunzioni e che, sempre più spesso mirano, con tecniche di vario tipo, puramente e semplicemente a by-passarla. Dopo trent’anni di ininterrotta produzione normativa, e dopo un anno di misure eccezionali adottate per far fronte all’emergenza sanitaria, vi sono elementi per sostenere che i rimedi alla inadeguatezza del sistema siano stati finalmente individuati? Questo libro offre un piccolo contributo di analisi giuridica su alcuni aspetti significativi, quali, tra gli altri, la semplificazione e l’automazione delle decisioni, senza rinunciare ad uno sguardo serenamente critico, ma evitando banalizzazioni del tipo di quelle che vorrebbero addossare le responsabilità ad un unico soggetto collettivo (la politica, la burocrazia, i giudici) quando non addirittura ad una disciplina (il diritto amministrativo), e prendendo anche le distanze dall’atteggiamento secondo cui, pur dopo tanta interazione su questo terreno tra politica e scienza, il problema non sia ancora risolto solo perché non si sono saputi ascoltare i consigli degli esperti.