Descrizione
Perché obbediamo alle leggi?
Possono il timore per la sanzione, l’ideale della giustizia o la convinzione che il diritto rende possibile una pacifica convivenza sociale esaurire il discorso sull’obbedienza alle regole?
Oppure il diritto può aspirare ad essere obbedito anche per la sua capacità di riflettere l’individuo cui è destinato, con i suoi diritti, istanze e valori?
La riflessività, cioè la capacità del diritto di tornare indietro su se stesso in maniera critica e riflessiva, non è una caratteristica intrinseca del diritto. È piuttosto un’aspirazione. È la speranza di un diritto che, pur non potendo garantire la partecipazione diretta o tramite arene politiche a tutti gli individui, fornisce adeguate risposte all’attuale regulatory crisis, ponendosi quale ultimo limite proprio i diritti fondamentali e assicurando per il tramite della loro tutela l’uguaglianza di tutti gli uomini, pur nel rispetto della differenza. La riflessività giuridica offre al diritto la possibilità di diventare rectum. Perché per ottenere un’obbedienza spontanea non sempre è sufficiente che il diritto si limiti ad essere di-rectum.