Descrizione
Il confronto tra Giordano Bruno e Giambattista Vico, inedito nella storiografia filosofica, è il cuore di questo libro. Le sintonie profonde tra i due filosofi e le distanze che li dividono sono analizzate attraverso una ricerca che non si allontana mai dalla lettura parallela dei loro testi. Nei quali il centro problematico è il rapporto tra infinito e finito, eterno e tempo, un urto tra contrari da cui prende avvio un percorso del Moderno, diverso da quello cresciuto intorno all’irrompere della scienza.
Ma il libro ha una ambizione più ampia, ricostruire, muovendo da Bruno e da Vico, l’origine di una filosofia meridionale che giunge fino ai grandi del Novecento, Benedetto Croce e Giovanni Gentile, individuando un humus comune, una via del Moderno stretta intorno al rapporto tra Vita e Forme. Le risposte, naturalmente diverse, sono ispirate alla centralità della parola ”Vita”, e trovano in essa la loro ispirazione. Una filosofia meridionale che copre ampiamente la dimensione speculativa della filosofia italiana.
Biagio de Giovanni è Professore emerito presso l’Università l’Orientale di Napoli e socio nazionale dell’Accademia dei Lincei.
Ha ricevuto la Legion d’onore della Repubblica francese per il lavoro svolto in Europa.
Tra i suoi libri più recenti: Kelsen e Schmitt oltre il Novecento, Napoli, Editoriale Scientifica, 2018; Libertà e vitalità. Benedetto Croce e la crisi della coscienza europea, Bologna, il Mulino, 2018, Figure di Apocalisse. La potenza del negativo nella storia d’Europa, Bologna, il Mulino, 2022.