Descrizione
Tra gli anni ’60 e ’70, superata la dura prova del dopoguerra con la ritrovata vitalità della società italiana e un convinto e contagioso ottimismo sul futuro, non si realizzò solo un’ “iniezione tecnologica” a bordo delle navi della nostra Marina Militare, ma si produsse un vero e proprio cambio di mentalità, grazie a un rapporto speciale e inedito di collaborazione tra Industria nazionale e Difesa. Si generarono nuove modalità organizzative del lavoro, nuove professionalità e metodologie di gestione dei progetti: la sistemistica, il project management, la digitalizzazione dei processi hanno consentito la realizzazione di navi che, a partire dalla classe “Lupo”, tutto il mondo ci ha invidiato.
Questa è dunque la storia di un riscatto, una testimonianza di resilienza e di innovazione tecnologica: si riuscì a trasformare una dipendenza dall’estero – cui da Paese vinto eravamo stati confinati dal Trattato di pace – in un’autonomia industriale e tecnologica tale da posizionare la nostra Marina allo stesso livello delle principali Marine del mondo. Si realizzò in quegli anni un vero e proprio “Sistema-Paese” con un livello di indipendenza tecnologica e produttiva che contribuì anche a mitigare i rischi di vulnerabilità informatica dei nostri sistemi che la Cybersecurity oggi è chiamata a proteggere.
Si deve proprio a quelle esperienze e realizzazioni il trasferimento di fondamentali competenze per le applicazioni sia nel campo civile sia nell’allargata missione della Difesa stessa: navigazione mercantile, sistemi di propulsione, controllo e gestione del traffico aereo e portuale, sorveglianza costiera e stradale, protezione civile, monitoraggio del territorio, controllo dei beni primari e delle fonti energetiche. Una Difesa che, da necessario strumento di tutela dell’integrità e della sicurezza, diviene, in collaborazione con l’Industria, campo di ricerca e di sperimentazione di tecnologie e metodologie che ci hanno consentito di tenere il passo dell’innovazione e un accettabile grado di autonomia strategica.
Una storia vissuta in prima persona da molti contributori di quest’opera, parte di una generazione cui dobbiamo esser grati, perché ha dimostrato come la chiave umana, fatta di competenze, d’intuizione e di passione, possa aprire la porta allo sviluppo della tecnologia e al progresso generale di un Paese.
Anche se racconta una storia finora non ancora scritta, questo libro non vuole essere un testo di storia né un manuale tecnico. È invece un atto di riconoscenza al contributo di tanti e memoria da consegnare alle nuove generazioni.
Sebastiano Oriti, laurea magistrale in Matematica, ha progettato i sistemi software di Comando e Controllo per le Unità Navali della Marina Militare Classe Lupo, Maestrale e portaelicotteri Garibaldi. È stato direttore del Sistema di Combattimento nella International Joint Venture Company con sede a Londra per il programma Horizon. Nella società Selex (poi AMS, oggi Leonardo), ha diretto le Unità di Business per le forniture alla M.M.I., Esercito e Aeronautica Militare. Presidente del Council Italo-Inglese di Program Management e Vice Presidente per il Business Improvement, Assicurazione di Qualità e Information Technology di AMS (Joint Venture tra Finmeccanica e British Aerospace). Nel board di consorzi Italiani e Internazionali è stato membro del “Centre des Hutes Etudes de l’Armement” di Tolone. Commissario esterno per gli esami finali presso l’Accademia navale Francese di Brest. Maestro del Lavoro e Cavaliere della Repubblica Italiana.
Francesco D. Perillo, laurea in Storia e filosofia con Giuseppe Galasso, ha operato per oltre trent’anni in Italia e all’estero come manager delle Risorse Umane nel Gruppo Finmeccanica (oggi Leonardo).
È stato poi Direttore Generale della Fondazione Space Academy per l’alta formazione nel settore spaziale, promossa da Telespazio, Thales Alenia Space, Selex Communications con le Università di Chieti-Pescara, L’Aquila, Teramo.
Autore di romanzi d’azienda e di numerosi contributi e testi di management, oggi è formatore e docente di Persone, Macchine e Organizzazione nella trasformazione digitale all’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli. Il suo ultimo libro, “Algocrazia – l’Intelligenza Artificiale è la fine del Management?” (Guerini Next).
Editorialista del Corriere del Mezzogiorno (Gruppo RCS).
TOWARD THE HORIZON AND BEYOND
RECONSTRUCTION AND DEVELOPMENT OF THE ITALIAN DEFENSE INDUSTRY IN THE POST-WAR PERIOD – RELATING TO MILITARY SHIPS
From the ’50s and ’80s: from residual pre-war units and US supplies to innovative units-sensors-armaments estimated and widespread in the international field.
GEOPOLITICAL CONTEXT COVERED
It is the one following the end of the II^ World War and until the mid-60s and 70s, characterized in summary by:
• peace treaty signed in Paris on 10 February 1947 and its effects for the M.M.I.
• speech to Congress by US President Harry Truman, called the "Truman Doctrine", in March 1947.
• "Marshall Plan", from 1947 to 1950, to finance and support European countries devastated by war from a technological point of view.
• 1949: Italy entry in NATO.
• 1949-1951: MDAP (Mutual Defense Assistance Program): US military aid to support the
Allies in the fight against the Soviet Union during the Cold War, both with the transfer of US units built in the last period of the II^ GM (destroyers, classes of deep-sea minesweepers, coastal and port minesweepers and submarines) and also with funds for the construction of units in national shipyards, for the purpose of their reconstruction and reorganization.
• 1950-’80: the national defense industry, largely initially private and managed by the same founding personnel, passes from initial productions under US license, but also from innovative productions, even at a level equal to and/or superior to foreign ones, comes to design, build and even export military naval vehicles, largely equipped with national sensors and weapons.
This document is intended to be a sort of introductory summary of the Book entitled The illustration, examination and commentary of the national naval period "post II World War" treated, intends to not only to celebrate the personnel of the Defense and the national industry who, during that period, managed—despite often limited economic resources—to create, develop, and establish as economically viable a military, infrastructural, and industrial framework that emerged from the “rubble and destruction” of World War II, felt particularly heavily in Italy; but also to recognize how, by the late 1970s and 1980s, they had succeeded not only in withstanding foreign competition, but also in producing technically and operationally advanced sensors, weapons, and equipment that were widely exported. This contributed to spreading worldwide a positive perception of national expertise, which has enabled Italy, since the early 2000s, to play a significant role in new naval programs, weapons systems, and innovative international satellite sensors. But above all, to seek to disseminate and make use of this now distant—and often forgotten—historical military-industrial experience, in the hope that we may quickly return to a similar military-political-technical-industrial synergy of people, infrastructures, and resources.
This would help prevent the continued fragmentation which, over the past decades, has affected industrial management and the definition of related projects and investments for both politica and economic reasons. Considering the current national and global military and industrial situation, such a renewed synergy could enable us to regain not only the possibility but, above all, the capability to design and build modern military vehicles, equipped with advanced sensors, weapons, and integrated platform systems, using the most up-to-date technologies—especially in light of the fact that today’s international political-military context, as well as the current configuration of the “threat,” is increasingly different from that of the early 2000s.





