Descrizione
Nella letteratura internazionale l’illustrazione dei principi e degli istituti del diritto pubblico italiano, così come dei suoi recenti sviluppi, è operazione nella quale la dottrina nazionale è impegnata su più versanti. Un ruolo significativo finora è stato svolto dalle riviste on line, tra le quali si devono senz’altro ricordare, sia pur nelle rispettive diversità di approccio, l’esperienza dell’Italian Journal of Public Law e di Ius Publicum. Non mancano, poi, anche i tentativi di “distillare” per la riflessione dell’accademia europea itinerari specifici di approfondimento (v. il libro della European Public Law Series intitolato New Trends in Italian Public Law, London, 2012, curato da S. Cassese e L. Torchia). Tuttavia, la prospettiva che ancora fatica a farsi strada è quella manualistica. Dopo il volume varato da J. Lena e U. Mattei (Introduction to Italian Law, The Hague-London-New York, 2002) – che però ha una finalità di carattere sistemologico, andando ben oltre i confini della gius-pubblicistica – era apparso il testo curato da G.F. Ferrari (Introduction to italian public law, Milano, 2008), dal taglio costituzionalistico. Il lavoro di Fabrizio Fracchia, invece, raccoglie, in modo anche originale, le voci di venticinque autori di prevalente estrazione amministrativistica, contribuendo, come annunciato nella prefazione, ad un’ulteriore rappresentazione della materia «beyond the borders of Italy». Il manuale, dopo un’introduzione sull’evoluzione storica del diritto pubblico italiano, si divide in cinque parti, dedicate all’ordinamento giuridico (e ai suoi rapporti con il diritto ultra-statale, oltre che al tema delle forme di Stato e forme di governo), ai principi costituzionali e alle libertà individuali e collettive, ai tratti caratterizzanti dell’organizzazione e dell’azione amministrative, agli organi costituzionali e alle loro funzioni, alla tutela giurisdizionale. Metodologicamente il testo si distingue per alcuni profili trasversali: l’assunzione formale di una visione ex parte civis; lo spazio sempre riservato ai profili europei; l’utilizzo di uno stile quasi elementare. Anche per questa via, dunque, il textbook si rivela un essenziale strumento di mediazione conoscitiva per il giovane studente straniero che voglia percorrere i primi passi nelle nostre istituzioni. (Fulvio Cortese)