Descrizione
Nel 1938 Carl Schmitt annunciava in una lettera indirizzata a Ernst Jünger il passaggio epocale al nomos dell’aria nella cui vigenza “noi abitatori del suolo siamo stati sospinti una dimensione più in basso e la nostra terra si è trasformata in una sorta di fondale marino”. La premessa di questo compimento ultimo, in cui le divisioni della terra e la dimensione storica dell’esistenza sono mobilitate e ri-poste da una nichilistica “forza ordinante” nella quale di volta in volta è riconoscibile la Grundnorm kelseniana oppure il principio del Gestell heideggeriano, è fatta storicamente coincidere dall’Autore del presente saggio con la rottura rivoluzionaria dello sviluppo della struttura economica e politica della “casa nel suo complesso” nel XVIII secolo. L’immagine costituzionale della casa, che attraverso l’interramento medioevale percorre il tempo dell’uomo occidentale dalle Opere e i giorni di Esiodo fino alla settecentesca cameralistica, appare finalmente, nella sua distanza e nella sua natura radicalmente contrastante, un parametro dotato di sufficiente trascendenza per giudicare, per differentiam, gli sviluppi economici e politici più recenti e coglierne il senso storico e la natura costituzionale, oltre che il pericolo estremo che con essi oggi si affaccia.