Descrizione
V’è forse chi può ricordare un passo del Talmud. Discutevano due rabbini sull’interpretazione della legge. E il primo invocò a prova della sua interpretazione le acque del fiume perché, a conforto della sua tesi, risalissero il fiume. E poiché il secondo negava la validità della prova, il primo invocò la stessa voce celeste perché questa si facesse udire risolvendo la disputa. Ma ecco il secondo rabbino opporre superbamente: “E che c’entra Dio nelle dispute degli uomini? Non è forse scritto che la legge è stata data agli uomini e sarà interpretata secondo l’opinione della maggioranza?”. E quando il Signore udì la tracotante risposta sorrise e disse: “I miei figli mi hanno vinto!” (…). Il diritto non è mai un dato, ma una continua creazione della quale è continuo collaboratore l’interprete e così ogni consociato ed appunto perciò vive nella storia ed anzi con la storia (…). Il giurista prenderà così dalla storia il suo punto di partenza e tornerà a guardare alla storia nel suo punto di arrivo.