Descrizione
Nel lungo e tormentato dibattito sull’estensione delle tutele del lavoro oltre la “subordinazione” si è di recente proposto di adottare la “prospettiva rimediale”, da tempo indagata dagli studiosi di diritto civile sotto l’influenza del common law in una logica di effettività della regolazione. Il libro evidenzia come, nella riflessione dei giuslavoristi, si rinvenga una specifica accezione di “rimedio”, in cui, discostandosi dall’impostazione civilistica, molto (troppo) si potenzia il ruolo del giudice, incentrato sull’an anziché sul quomodo della tutela. In particolare, si sostiene la tesi secondo cui la fattispecie – schema tipico della norma sempre centrale sul piano metodologico e sistematico, sebbene nella veste critica assunta nel tardo Novecento – costituisca un ostacolo insuperabile alla prospettiva rimediale lavoristica; insuperabile anche per l’ipotesi legislativa “a matrice” da ultimo emersa nel dibattito. Debole è pure la soluzione rimediale confusamente seguita dal legislatore in riferimento alle “collaborazioni eterorganizzate” e ai “rider” (oggetto della seconda parte del libro), che della fattispecie fa un’utilizzazione davvero poco accorta. Dell’intervento legislativo risulta invece da valorizzare, nella complessità del discorso giuridico, la contrattazione collettiva.
Antonello Zoppoli è professore ordinario di Diritto del lavoro nel Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Napoli Federico II. È autore di due monografie e numerosi saggi, nonché curatore e co-curatore di vari volumi, nelle materie lavoristiche. È inoltre coautore del manuale Diritto del lavoro e sindacale, edito da Giappichelli, giunto alla quinta edizione.