Descrizione
Dal caso Expo Milano 2015 ha tratto origine un innovativo controllo ex ante dell’Autorità nazionale anticorruzione (A.N.A.C.) sui contratti pubblici di particolare interesse per il Paese, per ancorarli al rispetto delle regole e contrastare fenomeni corruttivi e di infiltrazione mafiosa, a tutela della competenza e dell’integrità della committenza pubblica, ponendo in rilievo il valore della collaborazione tra controllore e controllato ma anche tra le istituzioni pubbliche siano esse amministrative o giudiziarie.
Questa monografia, nelle sue tre parti, orienta il lettore alla comprensione dei caratteri, del funzionamento e dell’impatto della “vigilanza collaborativa”, con una lettura originale della sua genesi e delle sue traiettorie evolutive, affiancando all’analisi giuridica del precetto normativo l’analisi descrittiva ed esplicativa del “Modello Anac di vigilanza collaborativa” delineato nella disciplina regolamentare attuativa.
Il libro premette alla trattazione teorico-giuridica dell’istituto un quadro ricostruttivo completo e aggiornato sul ruolo e i poteri dell’Anac in materia di contratti pubblici e pospone una panoramica sulle varie forme di vigilanza dell’Anac cogliendone analogie, differenze e sinergie. Viene svolta un’analitica disamina della casistica applicativa, con focus tematici, e un’analisi statistica raffigurata mediante numerosi grafici per cogliere con immediatezza i tratti e gli esisti del presidio di legalità, assunto dall’OCSE a best practice per appalto ‘corruption free’.
L’originale monografia sull’istituto si rivolge a funzionari di stazioni appaltanti, docenti universitari, magistrati e professionisti ma anche a giornalisti e cittadini interessati all’attività anticorruzione su appalti e concessioni.
Nell’acceso dibattito sulla riscrittura del Codice dei contratti pubblici è una esaustiva base informativa sulla prismatica “vigilanza collaborativa” e una visione d’insieme dei presidi dell’Anac sulle commesse pubbliche.