Descrizione

La storia e la morte dispiega una inquieta e inquietante riflessione sulla precarietà dell’esistenza, paradossalmente accresciuta con il potenziamento tecnologico della condizione umana. Il possibile impiego della bomba atomica, capace di distruggere l’intera umanità per decisione dell’uomo stesso, ha portato in primo piano la mortalità della storia, peraltro iscritta nella sua stessa essenza, in quanto la storia è «il campo della lotta tra la ’ragione’, l’uomo ce s’è fatto dominatore della realtà, e la morte, la rovina di questo dominio». Dinanzi alla possibilità che l’uomo ha di scegliere la fine della storia il pensiero non può più interrogarsi su ciò che siamo senza chiedersi preventivamente cosa vogliamo:«l’esistere o il nulla». «Soltanto nella risposta a quest’ultima domanda, soltanto nella decisione morale, nella prassi, quanto andavamo veramente domandandoci – quel che noi siamo – finalmente si mostrerà». Attraverso una critica serrata dello storicismo idealistico di Croce, della sua «dimenticanza dell’escatologia» che gli ha impedito di comprendere «la condizione tragica della storia», la sua contingenza che ne mette in questione la continuità, Masullo giunge a quella che definisce «una rivoluzionaria trasformazione dell’atteggiamento filosofico», vale a dire: ad una «radicale mondanizzazione e umanizzazione del filosofare».

Aldo Masullo è professore emerito di Filosofia Morale nell’Università di Napoli Federico II. Profondo conoscitore e raffinato interprete dell’idealismo tedesco e della fenomenologia, ha dedicato la sua vigorosa e originale riflessione teoretica alle tematiche della soggettività e della intersoggettività, della temporalità e della paticità, della genealogia dell’umano e dell’etica.

Nella collana “Vedere e pensare” sono stati pubblicati i volumi: Lezioni di intersoggettività. Fichte e Husserl (2005), Il senso del fondamento (2007) e Intuizione e discorso (2013).