Descrizione
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La Quinta Disciplina in questa nuova edizione italiana riprende il lavoro sviluppato da Peter Senge nel 2006.
La Quinta Disciplina tratta creativamente le sfide delle organizzazioni. Quelle di ieri, di oggi e domani.
La Quinta Disciplina rilancia una questione di sempre: quella della prospettiva, possibilità di afferrare la percezione del cambiamento (per ciascuno e come coscienza collettiva), guardando a processi (diversi) nel loro insieme.
Perché prospettiva e percezione condizionano la definizione stessa di ciò che è (o non è) reale.
Perché prospettiva e percezione hanno da fare i conti con il nodo gordiano della complessità del cambiamento organizzativo.
Perché la complessità è espressione di coordinate spaziotemporali radicate nella mente.
Perché la corsa in atto verso il controllo dei micro processi, dei respiri, dei palpiti lascia tutto il resto ai robot da noi desiderati, pretesi, costruiti, complice la tecnologia che ci sfida (senza riuscirci, o sì) sul terreno degli archetipi, primi esemplari assoluti.
Se ne consiglia la lettura ai cultori della práxis, motivati da un’analisi delle conseguenze dell’azione sulla società. Gli studiosi che adotteranno questa filosofia troveranno nel “La Quinta Disciplina” una preziosa panoplia di strumenti concettuali per la produzione di una conoscenza non astratta. Indissolubilmente legata agli obiettivi che l’azione si pone.
Se ne sconsiglia la lettura a chi coltivi certezze piene su ciò che è natura e ciò che è cultura nelle Scienze umane e sociali, quindi in economia, organizzazione e management. E a chi si occupa di Scienza, con la S.
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