Descrizione
Questo libro è un taccuino di viaggio, il diario intimo di uno scrittore che si confronta con i propri fantasmi e con l’ombra incombente di un «male oscuro», durante un soggiorno imprevisto in un’isola che diventa esilio dell’anima, dove i luoghi sembrano incarnare tutto il bene e tutto il male della vita. Francesco Borrasso parla di sé e di ciò che lo circonda con la naturalezza e la meticolosità di una confessione, denudandosi e consegnandosi al lettore nell’intenzione – poetica e programmatica – di rompere i confini tra vita e scrittura: così, tra il paesaggio urbano e inquinato di Capoterra, i quartieri medievali di Cagliari e una Alghero dalla bellezza arcana, prende corpo in queste pagine la mappa emotiva di una Sardegna lontanissima dalle immagini turistiche, una terra in cui il cielo sembra più basso, il buio più buio e la luce più luce, e in cui i ricordi diventano talmente nitidi da poterli toccare, i vivi e i morti convivono in una quotidianità che pare sospesa e in un tempo che inesorabile passa, portando con sé anche i dubbi e le incertezze di chi lo abita.
Francesco Borrasso (Caserta, 1983) è scrittore e editor. Si è diplomato in regia cinematografica alla scuola di cinema napoletana Pigrecoemme. Ha pubblicato il romanzo La bambina celeste (Ad est dell’equatore, 2016), la raccolta di racconti Storia dei miei fantasmi (Caffèorchidea, 2017) e Restare vivo (Inschibboleth, 2021). Ha curato due raccolte di racconti e dirige la collana di letteratura «Luci» per Watson edizioni.