Descrizione
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Il processo di globalizzazione e il fenomeno dell’immigrazione hanno reso l’Europa una società multiculturale, nella quale sono sempre più evidenti le differenze religiose e culturali di coloro che, anche in ragione della propria appartenenza confessionale, richiedono insistentemente un’applicazione non formalistica dell’eguaglianza. Di frequente, ormai, la rigida applicazione di quelli che fino a qualche decennio fa erano considerati i diritti umani (e universali) è fonte di un contrasto apparentemente insanabile per tutti coloro che, in quanto fedeli, ritengono così lesa la loro libertà religiosa.
Il volume intende verificare se l’idea della giustizia all’interno delle tre confessioni abramitiche possa fungere da basic code per instaurare un dialogo che sia davvero proficuo e costruttivo tra diritti umani e diritti religiosi.
In una società multiculturale sempre più disgregata da istanze di riconoscimento differenziate, si avverte pressante la necessità di un’uniforme tutela dei diritti umani che tuttavia permetta all’individuo di rimanere fedele anche alla propria appartenenza confessionale.
Lo studio offre una prima analisi che, partendo dal ruolo della religione nella società, delinea poi un archetipo di giustizia comune ad ebraismo, cristianesimo e islam come punto di partenza per trovare un linguaggio comune, necessario affinché il diritto possa intervenire ma anche prevenire i contrasti che attualmente si registrano tra diritti umani e diritti religiosi.