Descrizione
Nell’ambito delle politiche pubbliche di contrasto alla criminalità economica ed organizzata un notevole rilievo hanno assunto negli ultimi decenni le misure di prevenzione, sia penali sia amministrative, per impedire l’inquinamento dell’economia legale e le infiltrazioni mafiose nella pubblica amministrazione.
Con l’introduzione della confisca di prevenzione, rivolta ad aggredire le ricchezze illecite accumulate dalle associazioni di tipo mafioso, è stato progressivamente acquisito dallo Stato un ingente patrimonio che deve essere gestito e destinato a finalità istituzionali e sociali.
Per approfondire le peculiarità di questa disciplina speciale elaborata dal legislatore italiano, Emergenza criminale e diritto amministrativo esamina l’assetto organizzativo e funzionale dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, alla luce anche della riforma del 2017 del codice antimafia.
Lo studio, oltre a valutare le potenzialità e le criticità dell’amministrazione pubblica dei beni confiscati, si propone di segnalare, in termini più generali, le trasformazioni del diritto amministrativo di fronte alle sfide delle nuove emergenze criminali.
Nicola Gullo (Palermo, 1964) è professore associato di Diritto amministrativo presso l’Università degli Studi di Palermo. I suoi principali ambiti di ricerca sono la trasparenza amministrativa, i beni pubblici, le misure di prevenzione amministrativa, la tutela dell’ambiente e le politiche di liberalizzazione delle attività economiche.
Al prof. Nicola Gullo è stato conferito il Premio “Opera selezionata”, sezione Dottrina, per il libro “Emergenza criminale e diritto amministrativo. L’amministrazione pubblica dei beni confiscati”, Napoli, Editoriale Scientifica, 2017, pp. 1-573, nell’ambito del Premio Internazionale “G. Falcone – P. Borsellino” 2018, XXIV Edizione, organizzato dall’Istituto Giuridico di Ricerca Comparata e dall’Università Cattaneo (LIUC), durante la cerimonia che si è svolta presso la Sala Refettorio, Camera dei Deputati.