Descrizione
Partendo dall’esperienza della dilemmaticità in ambito morale e ricostruendo in modo critico la distinzione tra casi facili e difficili, ormai consolidata nella filosofia giuridica contemporanea, il libro mostra la rilevanza dei casi tragici come strumento fondamentale del nostro modo di comprendere il diritto ed i suoi limiti. Negli ordinamenti contemporanei il giudice è chiamato a fornire delle risposte anche laddove sembrino molto difficilmente individuabili. Attraverso l’analisi del ragionamento giuridico di una serie di casi che costituiscono quella che viene definita fenomenologia del giudizio tragico, si mostra in che misura sia possibile elaborare una teoria della decisione tragica, con particolare riferimento alle forme argomentative che questa assume. L’idea è che proprio in questi casi si avverta la contraddittorietà intrinseca della giuridicità, di quanto sia necessario il diritto eppure, allo stesso tempo, drammaticamente incapace di fornire risposte chiare, tra ciò che il diritto sembra garantire e la nostra percezione di quello che dovrebbe proteggere.