Descrizione
Corpi (dis)organizzati dice di come alcuni -ismi perimetrano il vagabondare di pensieri, prassi. Identità. Così, il passo si fa linguaggio, disciplina, norma. Ché lo stare è bello. Ma anche protendersi. Oltre il perimetro.
Corpi (dis)organizzati racconta della materia(lità) ribelle che trabocca, vanifica i paletti dei demiurghi d’ogni tempo. Di tempo in tempo. Così, la mescolanza di valore(i) e di lavoro è futuro o antichissimo mestiere. Di ognunə…, Nessunə.
Corpi (dis)organizzati è invito a immaginare anche, altri con-fini: fini? Appunto. Intreccio con mezzi condivisi per un vivere comune. Quindi non solo stare, anche restare, stare-insieme. Co-abitare.
Perché l’esistere è qui e ora. Incontro, senza preliminari.
Perché i nostri corpi sono irrimediabilmente esposti: in mostra, scoperti, riferiti, raccontati.
Se ne consiglia la lettura a chi ama perdersi in labirinti. Senza, per questo, sentirsi prigionierə.
Se ne sconsiglia la lettura a chi crede che l’organizzare non abbia nulla a che fare con il colore degli umori. Con la dolciastra nausea sulle mani. Con gli odori. I sudori. Insomma, che sia rigore astratto. Atroce, senza alcun riscatto.
Daniela Pianezzi è Ricercatrice di Organizzazione aziendale presso l’Università degli Studi di Verona. Presso il medesimo Ateneo afferisce al Centro di Ricerca RE-WOrk: REsearching for REmaking Work and Organizing, di cui è co-fondartice, e al Centro di Ricerca POLITESSE – Politiche e Teorie della Sessualità. È inoltre Visiting Fellow presso la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e l’Essex Business School (Regno Unito), dove è stata Senior Lecturer fino al dicembre del 2021. Daniela si interroga sulle norme e i valori che organizzano le nostre vite.