Descrizione
Lo scritto si propone di intraprendere un (nuovo) percorso di studio nella materia degli usi civici, delle proprietà e dei domini collettivi o, secondo la definizione ormai prevalente, degli assetti fondiari collettivi, muovendo in un’ottica prevalentemente pubblicistica. Congerie di situazioni giuridiche soggettive, di origine antichissima e consuetudinaria, con l’erompere delle c.d. teorie sui beni comuni e grazie all’emanazione della l. 20 novembre 2017, n. 168 (Norme in materia di domini collettivi), gli usi civici rappresentano una categoria giuridica viva e vitale, come dimostra la stessa giurisprudenza costituzionale più recente. Premesso che di fronte a una materia «di confine» come quella dei beni civici tradizionalmente collocata tra il diritto civile ed il diritto pubblico, il punto di vista dell’amministrativista è necessariamente parziale, attratto quasi magneticamente da un fenomeno che si muove inevitabilmente nell’orbita dell’organizzazione amministrativa dello Stato, l’Autore si interroga sulle relazioni – e sulle interferenze – che corrono tra i Domini collettivi e i diversi Poteri della pubblica amministrazione, soffermandosi in particolare sui profili afferenti al procedimento amministrativo, all’ambiente, al paesaggio e al governo del territorio. Ne emerge un quadro sistematico articolato e complesso in continuo fermento che lo studio analizza cercando di pervenire ad un punto di sintesi idoneo, se non a contribuire, quantomeno a partecipare, al vivace dibattito in corso.