«Bonus iudex»

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N. Pagine: 200
Collana: Collana della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Trento
Anno di pubblicazione: 2016
Materia: Storia del diritto

 

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Descrizione

La tradizione giuridica occidentale lega il problema della giustizia all’enunciazione ulpianea secondo cui la tutela del diritto e dei diritti dei singoli dipende dalla volontà del soggetto giudicante, ovvero il giurista ‘sacerdote del diritto’. La limpidezza dei principii teorici preposti al reddere iura può dunque trovare opposizione nei comportamenti fattuali che inquinano, indeboliscono, frenano il dispiegarsi della volontà. Le fonti teologico-giuridiche occidentali presentano, fin dal Tardo Antico e fino alle soglie dell’età moderna, un solido impianto volto a disciplinare la voluntas del bonus iudex non entro i confini di un sistema legalistico, ma entro i limiti ordinativi dell’interpretatio. Quest’ultima è studiata non soltanto dal punto di vista della voluntas activa, per indicare ciò da cui il iudex deve astenersi al fine di garantire la corretta formazione del giudizio, ma anche con riferimento all’eventuale comportamento omissivo, capace di alterare altrettanto gravemente l’officium iudicis.

Cecilia Natalini è professore di Storia del diritto medievale e moderno nella Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Trento.

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