Descrizione
Da più di un ventennio, nel tentativo di ridefinire la dialettica tra istituzioni pubbliche e soggetti privati, anche in un’ottica di decentramento e spending review, si è assistito, specie nell’offerta locale dei servizi culturali, a una progressiva estensione del ricorso alla figura delle fondazioni. Ciò, in particolare, attraverso l’utilizzo della variante atipica della fondazione di partecipazione privata, la quale, connotandosi per la struttura aperta e per l’attenuazione del tradizionale distacco tra il fondatore e l’ente, è stata generalmente ritenuta abbastanza elastica da poter consentire il perseguimento di finalità sociali attraverso un mutevole coinvolgimento di attori privati.
In questa prospettiva, la ricerca dopo avere affrontato le problematiche ricorrenti del ricorso alle fondazioni in generale e nell’amministrazione della cultura in particolare, si incentra sull’operatività della galassia delle fondazioni culturali, ovverosia delle fondazioni partecipate in vario modo e/o finanziate dalla Regione (Toscana) per la promozione di eventi culturali, e si interroga criticamente sulla idoneità del modello fondazionale e della sua variante di maggiore successo, rappresentata proprio dalla fondazione di partecipazione, a dare vita a una moderna e corale modalità di gestione e valorizzazione del patrimonio culturale.