Descrizione
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Giuseppe Abbamonte, esule e latore del pensiero illuministico meridionale, si rende, nel frangente vagliato, protagonista di una sperimentazione costituzionale; l’analisi della sua produzione offre lo spunto per ripercorrere le vicende genetiche e i caratteri giuridici di cui si andava appropriando un incipiente costituzionalismo italiano post rivoluzionario. Occorre, tuttavia, comprendere se questa produzione possa effettivamente porsi all’esponente di un’idea costituzionale giuridicamente compiuta e condivisa, pur in presenza di pensieri antagonisti; se sia solidamente fondata in termini dottrinari e giuridici o non invece una delle manifestazioni emozionali del convulso momento storico, un ibrido letterario, poetico e politico, ammantato di giuridicità e sorto in quel fervore. Il presente studio si è posto questi obiettivi: verificare la effettiva consistenza giuridica dell’opera abbamontiana; individuare i tratti del suo orizzonte costituzionale; saggiarne la tenuta e coerenza istituzionale a fronte di schemi pubblicistici; infine, indagarne la contestualizzazione e gli apporti all’interno del dibattito giuridico italiano ed europeo del tardo Settecento.
Damiano Iuliano è Avvocato cassazionista e Dottore di Ricerca in Storia del Diritto, insegna quale docente incaricato Storia delle Codificazioni presso il Dipartimento di Scienze Politiche Jean Monnet dell’Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli. è autore di articoli e saggi su tematiche di storia del diritto pubblico, della giurisdizione e dell’avvocatura; tra questi, Unità e finanza: l’introduzione del credito fondiario. Gli avvocati meridionali nel nuovo corso economico (Bologna 2014); Avvocati di regime, Avvocati nel regime. L’Avvocatura di fronte al Ventennio fascista (Torino 2014); Patrocinio legale e istituzioni giudiziarie nel Mezzogiorno d’Italia tra riforme francesi e restaurazione (Napoli 2018).