Descrizione
Medea unplugged è il viaggio di una penalista molto appassionata del mondo antico e dei suoi miti, invitata a parlare all’interno di una rassegna a più voci – che il Covid avrebbe brutalmente interrotto – dedicata a “Medea, Medee, delitti in famiglia”. L’idea era quella di mettere a confronto le madri che uccidono i propri figli con la figura più emblematica di figlicida tramandataci da Euripide in poi. Ma ogni confronto è risultato inadeguato. Avvicinarsi a Medea è lasciarsi prendere totalmente dalla sua complessità, e dalla strumentalizzazione che della sua figura è stata costantemente operata. Euripide, modificando tradizioni pregresse, ne ha fatto per secoli il simbolo della donna che compie il più efferato dei crimini, ribellandosi a una società strutturata intorno a precisi paradigmi, e perciò temibile, esecrabile, esempio di ciò che una donna mai dovrebbe essere. Ma il suo mito è restato sorprendentemente duttile e vitale: spesso sentito, quasi warburghianamente, come un “aggregato” che “trasporta energia”, Medea riemerge nei tempi moderni con tutta la sua carica emotiva, come un coagulo di esperienze collettive che può essere ripreso, trasmesso e proiettato nel contemporaneo. A seconda dei bisogni del presente, Medea rivive la sua storia da altri punti di vista e si fa portatrice e simbolo di rinnovate istanze sociali, ma pur sempre specchio di tesi da dimostrare, di paradigmi da imporre o da decostruire, simbolo di altro e mai di se stessa.