Descrizione
Il canto dei sireni indaga nuovi modi di nominarsi: transgender, cisgender, transessuale, queer. A testimoniare sforzi: individuali e collettivi per dar conto di come può intrecciarsi un corpo che gode con il proprio desiderio, sfuggendo alla logica binaria del dimorfismo sessuale.
Il canto dei sireni pone un primo interrogativo: esiste un modo universale per dirsi trans, omo, bisessuale, donna, uomo?
Il canto dei sireni adotta il cristallino della psicoanalisi lacaniana già presente in molti dei progetti di puntOorg International Research Network, formulando un secondo interrogativo: come affrontare le questioni intorno alla sessualità e alla transessualità in particolare?
Perché Lacan nel suo ultimo insegnamento mette in rilievo che la classificazione di genere bambino/bambina e biologica maschio/femmina ricevuta alla nascita non impedisce al soggetto di avere una scelta.
Perché collocarsi dal lato uomo-o-donna è una scelta del soggetto dell’inconscio. Una scelta che non si dà una volta per tutte e una volta compiuta non è fissata. Aprendo in questo modo ai plurali modi di stare al mondo.
Perché il processo non proviene dalla biologia né dal contesto culturale, ma dalla logica del discorso di ciascuno, infarcito di reale: che è indicibile, non simbolizzabile, condizionante il rapporto con la propria posizione sessuata.
Se ne consiglia la lettura a chi crede che ognuno deve arrangiarsi con la propria scelta di godimento. E se le posizioni di godimento sono due: uomo e donna, dove si situano i soggetti contemporanei che non si riconoscono tout-court in categorie binarie?
Se ne sconsiglia la lettura a chi teorizza “verità” senza esperienza di pratica clinica, a chi non voglia accogliere l’insegnamento di Freud e di Lacan e le riflessioni maturate all’interno dell’Associazione Mondiale di Psicoanalisi. Perdedendo in questo modo il mordente politico ed etico (ma anche sociale, sanitario e legale) della psicoanalisi lacaniana al cospetto di temi controversi.