Descrizione
Questo libro propone un’analisi di alcune delle crisi e delle criticità che in questi anni accompagnano il lavoro della produzione culturale e di eventi in Italia.
Finanziamenti e tagli, transculturalismo e internazionalizzazione, neopatrimonialismi e festivalizzazione, difetti di gestione e conflitti organizzativi, sono tra i fattori che hanno reso particolarmente fragile il sistema culturale nazionale, spingendolo verso una crisi di ruolo che pare strutturale. Festival, enti, istituzioni, produttori culturali si sono aziendalizzati, concentrati sulla propria sopravvivenza, più che sul rispetto della promessa di sviluppo che, all’inizio, avevano fatto alle loro città.
Nella sezione “Accademia delle Catastrofi” si raccontano le vicende emblematiche di alcune personalità e istituzioni nazionali (Venezia, Palermo, Napoli, Milano) per trattare questioni che riguardano le relazioni, i ruoli, i limiti (rimediabili) dell’organizzazione e della produzione culturale.
Bravi, ma basta! è una riflessione su crisi e limiti del sistema delle istituzioni e degli eventi culturali italiani.
Bravi, ma basta! approfondisce i classici dilemmi del pensiero organizzativo: trans culturalismo e internazionalizzazione, neopatrimonialismi e festivalizzazione, difetti di gestione e conflitti organizzativi, aziendalizzazione, promesse tradite, autosufficienze, pubblico-privato. E gerarchia, mercato, clan, burocrazia.
Bravi, ma basta! ripercorre e reinterpreta sette emblematiche storie italiane: il Centro di Ricerca Teatrale di Milano; le vicende d’arte e policy pubbliche di Ludovico Corrao e Antonio Presti, in Sicilia; Franco Quadri, regista di sistema; le crisi silenziose, fragorose, continue, paradossali di Fondamenta-Città dei lettori a Venezia, del Museo Madre a Napoli, della Biennale di Venezia, di Riso, Museo d’arte contemporanea della Sicilia, a Palermo.