Descrizione
Il molisano Ingravallo, emblematico protagonista del Pasticciaccio, ha «capelli neri e folti e cresputi che gli venivan fuori dalla metà delle fronte quasi a riparargli i due bernoccoli metafisici dal bel sole d’Italia». Un parente alla lontana, se prestiamo fede all’iconografia secentesca, di un filosofo meridionale che si firmava Settimontano Squilla, per le sette protuberanze sulla fronte a simbolo di una sapienza riposta.
Gadda, considerato discendente per eccellenza della tradizione letteraria lombarda, esibisce con sempre maggiore consapevolezza nella sua narrativa il bisogno di rappresentare un limpido sentimento d’italianità nel rispetto sincero per il Sud, e nell’ammirazione per i frutti filosofici, artistici e poetici giunti da quelle terre. I suoi personaggi napoletani restano dei capolavori della letteratura, mentre alcuni saggi dedicati alla Sicilia, a partire da quelli sulla bonifica, attestano una visione ampia e circostanziata della situazione del Paese in momenti nevralgici della sua storia.
L’Italia da non molto unita rispecchia bene con le sue identità e consuetudini il rapporto che Gadda istituisce nella Meditazione milanese, il trattato filosofico del 1928, tra il concetto di unità e quello di molteplicità: l’unità è sempre un’unità complessa, provvisoria e continuamente corretta e tuttavia necessaria e riconosciuta per operare nella storia.
Da tali premesse scaturisce la passione per le costanti interferenze tra tutto e parte; interazioni studiate nel dettaglio che hanno concorso alla creazione di quell’eccezionale patrimonio letterario di cui Gadda ci ha lasciato eredi.
Silvia Zoppi Garampi è professore associato di Letteratura italiana all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, dove insegna anche Lingua e grammatica italiana e Scrittura critico-argomentativa.
Studiosa del Rinascimento e del tardo Rinascimento italiano.