Descrizione

Le principali trasformazioni socio-economiche degli ultimi decenni, riconducibili al fenomeno della globalizzazione, costituiscono la premessa concettuale ed effettiva della governance, parola ambigua e misteriosa che di fatto è entrata nel lessico comune. Utilizzata dapprima dagli scienziati sociali, il suo uso si è poi esteso anche fra i teorici del diritto. Alcuni di essi individuano nella governance un dispositivo politico-giuridico flessibile ed inclusivo che soccorre il modello della democrazia rappresentativa, riempiendone gli scarti e i vuoti e regolando dal basso la società con efficacia proprio quando il centralismo del modello democratico si dimostra impotente o inefficace. Altri teorici del diritto mettono in guardia dal pericolo, nemmeno troppo latente, che dietro decisioni e procedure inclusive reticolari, vi sia la strategia di poteri economici che aggirano la democrazia e i suoi meccanismi per tutelare i propri interessi. In ogni caso, le teorie giuridiche della governance danno voce a una vera e propria narrazione giuridico-politica che riconosce in essa la modalità più diffusa e più efficace in cui il diritto si presenta nella nostra epoca. Il libro ne propone una prima mappatura, che, partendo da tre modelli fondamentali – descrittivo, esplicativo e filosofico-normativo -, ponga le basi per un’analisi critica della sua tenuta concettuale e della sua compatibilità con gli ideali politici della democrazia.

Francesca Scamardella è ricercatore in Filosofia del Diritto all’Università degli Studi di Napoli Federico II.

Ha pubblicato diversi contributi su riviste scientifiche specializzate ed in volumi collettanei sulle tematiche relative al diritto riflessivo, ai diritti fondamentali e alla loro tutela, alla crisi dello Stato moderno, al multiculturalismo e alla globalizzazione.

In questa collana ha pubblicato il saggio Il diritto attraverso lo specchio. Esercizi filosofici sulla riflessività giuridica (2011).