Descrizione
La Storia del Reame di Napoli continuata da quella del Colletta è l’opera di un liberale moderato, molto attratto dalle idee neoguelfe, filo costituzionale, ma anche in molte situazioni quasi filo borbonico o comunque molto tenero con i sovrani napoletani e in particolare con l’ultimo di essi, Francesco II. Cuciniello lo definisce «sul piano culturale un conservatore, e su quello politico un liberale del 1821 e non certo quarantottesco». Leggendo la sua opera storica non è facile individuare delle posizioni politiche chiare. Spesso appare equidistante tra il filo borbonismo smaccato di un De Sivo e il sicuro filo liberismo di un Nisco, altre volte sembra di propendere per l’una o l’altra posizione. Non raramente nella narrazione è assente il ricorso ad una sintesi che potrebbe orientare il lettore verso una interpretazione chiara degli avvenimenti. Alcune vicende, soprattutto quelle esposte negli ultimi due libri, sono narrate in modo troppo particolareggiato, quasi prolisso; fatti che avvengono contemporaneamente in luoghi diversi sono descritti minuziosamente giorno per giorno, saltando da un luogo all’altro, da una posizione politica all’altra. Tuttavia ciò gli consente di dar conto in modo pressoché completo di fatti storici molto complessi; inoltre non mancano tocchi letterali di un certo pregio, descrizioni accorate, qualche volta un po’ retoriche, di certi eventi sociali, paragoni arditi, ma pertinenti, riferimenti storici interessanti, mentre quelli mitologici sono talvolta eccessivi o fuori luogo (o almeno tali ci appaiono oggi).