Descrizione
Il mare dei Greci era stato teatro dell’epos omerico con la guerra di Troia e con il mito di Ulisse, che segna, con l’oltrepassare le colonne d’Ercole, la rotta estrema tra l’est e l’ovest del Mediterraneo. Ad ovest del Vicino Oriente intanto i Fenici, i Puni, i Cartaginesi, gli Arabi e poi i Musulmani, davano vita a potenze marittime, commerciali e militari.
Tra le due guerre puniche e la grande guerra navale di Pompeo si realizzava la Pax romana voluta da Cesare Augusto. La lex Rhodia de iactu divenne il fondamento del diritto internazionale del mare. Roma rendeva il Mediterraneo un mare interno. Con la pace tra le flotte di diverse nazioni o aspiranti al supremo potere imperiale, ma addirittura migrazioni di popoli come i Celti, andati a popolare la Galazia, e gli Italici nella penisola iberica o nell’Illirico, si finiva con dare realtà culturale e personale al principio politico, supremo dettame ideologico dell’Antichità, che Roma fosse non una città, ma il mondo intero.
Ma anche per Roma dovette valere il principio euristico della morfologia dei luoghi.
Città del Septimontium, ma soprattutto fluviale, che appariva contenere nel suo porto, significativamente come toponimo Ostia, tutte le navi insieme che riempivano il Mediterraneo.