L’Italia e la Carta di Parigi della CSCE per una nuova Europa

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Sottotitolo:                  Storia di un negoziato (luglio-novembre 1990)
Autori:                          Antonio Armellini
ISBN:                             979-12-5976-315-0
N. Pagine:                    XII-304
Anno Pubbl.:              2022
Collana:                        Quaderni della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Trento
Numero:                       59

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Descrizione

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La prima parte di questo volume riguarda il negoziato che ha condotto alla Carta di Parigi per una nuova Europa e descrive con rigore, dovizia di particolari e spirito critico quanto avvenuto tra luglio e novembre 1990. La seconda parte contiene contributi sul contenuto della Carta scritti da alcuni dei diplomatici e accademici coinvolti nel negoziato e si conclude con una selezione di documenti inediti che aiutano il lettore a comprendere meglio quanto avvenuto.

Con la Carta di Parigi, la CSCE aveva inteso rivisitare lo schema concettuale e pattizio dell’Atto Finale di Helsinki – che aveva rappresentato la pietra angolare della stabilità europea e prefigurato la via dei cambiamenti possibili – riaffermandone la validità nella nuova realtà che la crisi dell’URSS e la fine annunciata della guerra fredda andavano delineando. Quello che prima si era fatto in tre anni, lo si fece in sei mesi: la contrapposizione tradizionale fra i blocchi lasciò il campo all’iniziativa occidentale, con un ruolo propositivo efficace dell’ancora giovane cooperazione politica europea. La transizione verso una democrazia condivisa, che la Carta di Parigi aveva immaginato nell’arco di anni, venne meno dopo pochi mesi complice la crisi jugoslava e il disfacimento del campo socialista, ma il quadro che essa aveva delineato, e via via aggiornato, rimane valido. La “nuova guerra fredda” che oggi si profila è diversa; in quella si applicavano parametri riconosciuti del vantaggio reciproco e dei suoi limiti, mentre oggi sicurezza, sovranità e democrazia appaiono come termini antitetici e conflittuali. È per tale ragione che una piattaforma capace di richiamare, adattandolo, il concetto di sicurezza cooperativa della Carta di Parigi può tornare prepotentemente di attualità.

Antonio Armellini, diplomatico. Oltre alla CSCE, è stato ambasciatore in Algeria, India, OCSE Parigi, capo della missione italiana in Iraq (2003-04), collaboratore di Aldo Moro alla Farnesina e a Palazzo Chigi, Portavoce di Altiero Spinelli alla Commissione CE.

Ettore Greco, Vicepresidente vicario dello IAI (Istituto Affari Internazionali), responsabile del programma “multilateralismo e governance globale”, ha insegnato nelle Università di Padova e Bologna ed è autore di numerose pubblicazioni a carattere internazionale.

Giuseppe Nesi, professore di diritto internazionale e di diritto delle istituzioni internazionali nell’Università degli Studi di Trento, dal 1992 consigliere giuridico del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale in ambito Nazioni Unite e OSCE.

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