Descrizione
Nel corso del Seicento in Inghilterra si registra la circolazione di un considerevole numero di testi in prosa di impianto medico-scientifico aventi per argomento la peste, il morbo che dalla devastante epidemia della metà del Trecento periodicamente tornava a stringere in una morsa le città e i territori di tutta Europa.
La parola e la cura presenta in originale e in traduzione quattro di questi scritti composti a Londra tra il 1603 e il 1666 da James Balmford, Stephen Bradwell, Thomas Wharton e Thomas Willis.
La parola e la cura ricostruisce i percorsi discorsivi e le articolazioni linguistiche attraverso cui trovarono espressione i saperi e le pratiche mediche agli albori della scienza moderna.
La parola e la cura testimonia della complessità culturale e del sincretismo propri di un’epoca di transizione che vide la concezione simbolica e analogica del mondo medievale lentamente assorbita e sostituita da un nuovo assetto epistemico proiettato verso il pensiero logico e il dato esperienziale, verso la Modernità.
La parola e la cura racconta le intersezioni fra dimensione corporea e spirituale, tra spazio pubblico e privato, nella Londra seicentesca, rivelando come le modalità di concettualizzazione della malattia seguano strade dall’aspetto familiare.
Se ne consiglia la lettura a chi crede che i luoghi e i tempi dell’altrove non siano estranei al qui e ora; a chi desidera che alla memoria sia garantita cittadinanza attraverso l’esercizio del pensiero critico e lo studio di fonti primarie; a chi ritiene che conoscere sia, sempre e comunque, una forma sublime di piacere.
Se ne sconsiglia la lettura ai timorosi; a chi con disinvoltura sovrappone colpa e malattia; a chi distoglie lo sguardo; a chi, pur guardando, non scorge alcuna profondità.