Descrizione
L’annullamento d’ufficio è istituto antichissimo, nato nell’esperienza giurisprudenziale e tradizionalmente vissuto come auto impugnativa, ossia come scelta libera dell’amministrazione se tutelare o meno i propri interessi, proponendo di fronte a se stessa la “azione” costitutiva di annullamento. Di qui, con tutta probabilità, la ricostruzione – ancora oggi vitale – dello stesso come potere facoltativo e incoercibile, esercitabile nel perseguimento di un non ben definito interesse pubblico, distinto dall’interesse alla legittimità dell’azione amministrativa, se non addirittura in contrasto con essa. Le recenti modifiche introdotte alla disciplina generale dell’art. 21-nonies, insieme alla evoluzione giurisprudenziale subita dagli altri poteri ufficiosi della pubblica amministrazione, legittimano però un ripensamento dell’istituto, attraverso una valorizzazione della componente «materialmente giurisdizionale» dello stesso, vista come funzione nell’interesse della collettività e del cittadino leso da un provvedimento illegittimo. In quest’ottica, il volume propone un passaggio “dall’autotutela alla tutela” e una rilettura dell’annullamento d’ufficio in un’ottica di ADR in senso ampio, ossia di strumento deflattivo del contenzioso giurisdizionale, in linea con le tendenze più generali dell’ordinamento europeo e secondo sviluppi che già si intravvedono in settori specifici dell’ordinamento, come il diritto tributario e lo stesso ambito dei contratti pubblici.
Miriam Allena è ricercatore a tempo determinato di Diritto amministrativo presso l’Università commerciale L. Bocconi di Milano e ha conseguito l’abilitazione alle funzioni di professore di seconda fascia in diritto amministrativo nel 2013.
È autrice di numerosi saggi, in italiano e in inglese, nel campo del diritto amministrativo sostanziale e processuale, del diritto dell’economia e del diritto dell’ambiente.