Descrizione
Il presente volume raccoglie contributi prodotti nell’ambito di una ricerca volta a inquadrare la questione dell’apertura e della libera distribuzione del patrimonio digitale nel possesso dalle pubbliche amministrazioni all’interno del più vasto dibattito sui beni comuni.
L’apertura di un tale patrimonio si scontra con difficoltà e diffidenze che operano all’interno delle strutture burocratiche che lo detengono. Queste sono dovute al tradizionale riferimento a istituti modellati sul diritto di proprietà per la gestione del bene pubblico; diritto percepito come la pietra angolare del nostro sistema economico e giuridico. Ciò si traduce in una sorta di pregiudizio contrario ai beni comuni, visti come soluzioni istituzionali inadeguate alla creazione del massimo benessere individuale e sociale. L’intento del presente lavoro è di mostrare come questa ricostruzione della natura dei beni comuni digitali sia offuscata da un’impostazione di carattere ideologico.
Andrea Pradi è professore aggregato di Diritto anglo americano e Diritto tavolare presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Trento. Dottore di ricerca in Diritto comparato all’Università di Trento e LLM presso la UC Berkeley. I suoi studi si sono focalizzati sulla funzione economica e sociale della proprietà.
Andrea Rossato è ricercatore in Diritto comparato presso il Dipartimento di Psicologia e Scienze cognitive dell’Università di Trento. Si occupa di diritto e tecnologie informatiche e di law & economics.