Descrizione
A partire dall’unità d’Italia, sino ad oggi, al cospetto di un governo monarchico (costituzionale e) rappresentativo, ovvero di una forma di Stato repubblicana, un tratto comune che ha contraddistinto l’intera storia costituzionale/parlamentare del nostro Paese (con la sola eccezione del periodo oscurantista fascista) è rappresentato dal potere d’inchiesta delle Camere.
In considerazione della natura proteiforme assunta nel corso degli anni, l’inchiesta parlamentare è stata inquadrata entro categorie dogmatiche tra loro distinte, ora, inter alia, afferendo strettamente a funzioni ispettive, ora divenendo mezzo attraverso il quale (para-dossalmente) promuovere e rafforzare politiche riferibili a contingenti maggioranze, ora costituendo un tertium genus, tra controllo politico e sindacato giurisdizionale.
Molteplici i profili di interesse in gioco e le dinamiche in ossequio alle quali è stato possibile assistere allo svolgimento di inchieste par-lamentari dai contorni sfumati, sorrette da diversificati intenti e preordinate al perseguimento di finalità di varia natura e consistenza.
Ciò, anche alla luce del particolare modo di intendere le relazioni (e i conseguenti, delicati equilibri istituzionali intercorrenti) tra i diversi poteri dello Stato, ovviamente in seno a differenti modi di concepire il rapporto tra autorità e libertà.