Descrizione
I beni pubblici sono un tema tradizionale del diritto amministrativo, tra quelli principali su cui la dottrina da sempre fornisce il proprio contributo. A fronte di un consolidato impianto teorico che impatta e, al contempo, raccoglie i riflessi della giurisprudenza amministrativa, civile, contabile, costituzionale e dell’Unione europea, occorre prendere atto del mutare delle discipline, in particolare quelle settoriali, e del loro impatto sugli istituti e la natura giuridica dei beni. La normativa sui beni confiscati alla criminalità organizzata — articolata e oggetto di continui interventi di modifica — può rappresentare un importante banco di prova teorico. Il volume analizza la centralità della funzione sociale ma in una prospettiva più ampia di valorizzazione, che vada oltre le contrapposizioni ideologiche che permeano le politiche legislative sulla destinazione e il riutilizzo.
Stefano D’Alfonso insegna Istituzioni di diritto pubblico e Diritto nell’era digitale nell’Università Federico II di Napoli. È senatore accademico. Vicepresidente della Società scientifica italiana degli studi su mafie e antimafia e condirettore della Serie Mafie e corruzione (Donzelli editore).
Tra le sue pubblicazioni: Incandidabilità, ineleggibilità, incompatibilità e status degli amministratori locali (con F. Pinto); Pluralismo dell’informazione e mezzi di comunicazione; Tutela dei diritti e governance della rete; L’università nella lotta alle mafie (con G. Manfredi), Potere di inchiesta parlamentare e sistema di protezione dei diritti.
Ricercatore visitatore University of Bath (e docente) e nei Max-Planck-Institut di Freiburg e Heidelberg.